EasyApple #74 - Easy-Italia o Digi-Apple?
Ciao ragazzi, benvenuti, nuova puntata di EasyApple, nuovo ospite due di fila, la puntata
scorsa vi abbiamo portato Filippo Bigarella, un noto sviluppatore per la piattaforma Sidia
e lascio a fede l'onore di introdurre l'ospite di oggi.
Diciamo che lo conoscerete sicuramente, lui è Franco Solerio di Digitalia e lasciamo
che ci saluti e si presenti un pochettino da solo, anche se di presentazione secondo
me non ce n'è bisogno.
Non esageriamo, buonasera a tutti e grazie per avermi invitato e per ospitarmi questa
sera su EasyApple, sono molto contento.
Ecco EasyApple che sarà un EasyItalia o DigiApple?
Questa era la domanda che mi tartassava in questi giorni.
Siete voi i creatori, lo dovete tirare fuori voi.
Lascieremo un titolo così ambiguo.
Vabbè, dicevo prima che mi sarebbe piaciuto iniziare questa puntata parlando un pochettino
dei podcast in generale, perché dicevo prima a Franco che alla fine lui, e se non sbaglio
l'altro fondatore digitale in serie era Carlo Becchi, che faceva Tecnica Arcana che io ascoltavo
quando esisteva ancora.
Adesso si è trasferito, sbaglio?
Sì, sta in Lettonia, Riga, si occupa di web marketing, lavora in carico già abbastanza
di alto livello in questa azienda fondata da una persona che conosceva già e si interagiscono
con grandi aziende, gli organizzano le campagne su Facebook, parlo di roba grossa, se Google
vuole fare la pubblicità su Facebook chiama Carlo Becchi fondamentalmente, per cui lavora
con roba molto molto interessante.
Comunque diciamo, DigiItalia alla fine...
Diciamo, DigiItalia alla fine è quello che io ritengo il portabandiera del podcast italiano,
quello che tende a appunto digitalizzare un po' il popolo italiano, come dicevo.
Guarda che faccio come la Pellegrini alle Olimpiadi, no la bandiera io non la voglio
portare perché il giorno dopo c'ho la gara.
Eh no, ti tocca, ti tocca.
Diciamo, è una cosa interessantissima, utilissima.
Noi, io e Luca, quando abbiamo deciso di iniziare con EasyApple un anno e mezzo fa, avevamo un
attimino questo intento.
Un attimino questo intento, restretto alla cerchia degli Apple user, mentre voi alla
fine abbracciate un po' tutti quegli utenti digitali, quindi non so, volevo chiederti
magari di parlare un pochettino magari di DigiItalia in sé, visto che magari nuovi utenti
che ascoltano le ultime puntate non hanno avuto la possibilità di vedere la nascita
DigiItalia e capire magari quali sono le sue fondamenta, non so, magari se ci vuoi
raccontare qualcosina.
Sì, il DigiItalia è nato un po' da esperienze precedenti.
Sì, a Carlo con Tecnica Arcana, io prima facevo Rockcast Italia, che era una trasmissione
dedicata alla promozione del rock indipendente.
Ci rivolgevamo, lui proprio per argomento, ma anch'io con Rockcast Italia, per motivi
di limitazione della audience.
A quei tempi chi ascoltava un podcast era una persona che per forza conosceva molto
del digitale, era USA, era già abituato.
Era abituata a utilizzare la tecnologia e ci ritrovavamo con una audience specialistica
e, come tutte le community iper-specializzate, condividevamo degli argomenti, noi con le
nostre audience, molto particolari e molto aperti verso il futuro, cioè fondamentalmente
quello che sta succedendo in questi anni.
Ma come?
Ci sono immense potenzialità dagli strumenti, dalla tecnologia, da quello che può arrivare
attraverso internet.
Sia per chi vuole fare business, sia per far crescere una popolazione, sia per il cittadino
comune e il nostro paese è così indietro.
Le persone con cui ci confrontiamo poi nella nostra, chiamiamola vita reale, permettetemi
il termine inflazionato, non sanno niente di tutto questo e si perdono le opportunità.
Il nostro paese resta indietro e allora di lì è nato il concetto di digitalia, che
ancora prima che una trasmissione è una missione, rendere il paese più digitale, rendere
gli italiani più digitaliani.
E poi mettendo insieme le forze è nato un po' come prendendo spunto da quella che era
la trasmissione che è tuttora, probabilmente la trasmissione geek più famosa del mondo
che è di Sweaking Tech, voleva essere insomma un salotto di approfondimento, non di notizie
ma di approfondimento, di discussione sulle tecnologie e in particolare sull'influsso
delle tecnologie sulla società, sul lifestyle, insomma sulla gente, come cambia la gente,
come cambia il modo di vivere, di pensare.
E di fare qualsiasi cosa sotto l'influsso di queste tecnologie e appunto favorire l'ingresso
delle tecnologie nella vita di tutti i giorni.
Questo è come è nato digitalia e cos'è tuttora.
Certo da quando è nata, oramai sono tre anni, forse quattro, c'è stata un'accelerazione
enorme nell'adozione delle nuove tecnologie in Italia e noi abbiamo, pensiamo di aver
fatto la nostra parte e contiamo di continuare a farla, di accompagnare.
Gli italiani in questo cammino verso digitalia, questa specie di terra promessa tecnologica.
Beh sì, io quando ho scoperto digitalia inizialmente sono rimasto affascinato perché io facendo
podcast, quando io e Luca siamo partiti io sinceramente non sapevo neanche cosa fosse
un podcast.
Luca invece ascoltava già diversi americani parlare un po' di Apple, di tecnologia, quindi
lui mi ha spinto un pochettino, mi ha tirato.
Ho detto dai partiamo a fare questo podcast, parliamo un po' di quello che ci piace, però
il nostro intento era molto più schietto, non so come dire.
Più ristretto diciamo, ci rivolgevamo a una cerchia di persone molto ridotta, non gli
italiani digitaliani ma gli eppolisti italiani, ecco che quindi sono una sottosezione di questa
già ridotta popolazione.
Ma non credere sai, perché poi ci sono tante intersezioni, poi c'è quello che non è ancora
magari eppolista però lo vuole diventare.
Quello che è curioso, quello che lo è stato per certi motivi e poi ha dovuto abbandonare,
non credo, a volte quando si pensa di limitare è una lezione del podcasting, il podcasting
è nato come strumento molto verticale per delle community molto ristrette, però a volte
è più facile fare una bella community coesa e anche magari potente in termini di numeri
facendo una trasmissione molto dedicata a un argomento, piuttosto che una roba molto
ampia che poi magari non interessa.
Non interessa nessuno o hai dei riscontri magari anche nei media tradizionali, cioè
se provi a fare il Maurizio Costanzo su un podcast non ti caga nessuno, se permettete
il termine, perché c'è già in televisione, perché chi sei tu, sei uno che comincia da
zero, guardo uno vero di Maurizio Costanzo o di Bruno Vespa che in televisione hanno già
un'esperienza, hanno i contatti, hanno un mestiere.
Se tu fai il programma invece online sugli scacchi, certo che apparentemente lì c'è
limiti, parli solo di scacchi, però i diecimila appassionati di scacchi che ci sono in Italia
ascolteranno tutti solo te, per cui a volte restringere, a volte sintetizzare, a volte
può voler dire focalizzare l'attenzione delle community molto forti e molto appunto
coese da questo focus.
E ancora una volta dobbiamo quindi ringraziare il web che ci permette di fare questo più
o meno con zero risorse, partiamo dal nulla a creare un prodotto.
Una trasmissione che comunque vada a trattare dei temi che sono totalmente snobbati dai
media tradizionali, se facciamo qualche rara eccezione, qualche speciale di questo o quel
programma, di tecnologia si parla veramente poco in televisione, in radio, ovunque insomma.
Certamente, ma guarda io questa dicotomia oramai la vedo sparire e combatto per farla
sparire, la dicotomia media tradizionali e media online.
Non lo so, io sono abituato molto a guardare l'oltreoceano perché gioco forza sono più
avanti di noi.
Il giorno d'oggi che quando YouTube inizia a creare le sue serie televisive, a costruire
i suoi set, a contattare i registi famosi per creare i suoi film, i suoi telefilm, si
capisce che c'è una convergenza, che ci sarà una convergenza e anche una lotta non indifferente
tra quelli che chiamiamo media tradizionali e nuovi media, che si scontreranno sullo stesso
campo.
Forse ne emergerà una visione comune, d'altra parte oggi un qualsiasi televisore c'ha la
presa Ethernet, lo attacchi e puoi guardare trasmissioni o ascoltare Easy Apple, per esempio,
attraverso la stessa televisione con cui guardi il Maurizio Costanzo e a quel punto lì quando
entri nelle case attraverso lo stesso canale, dal punto di vista culturale, della visione,
del modo di porsi del cittadino rispetto a queste cose, c'è poca differenza, no?
Sì, sicuramente è un approccio che io devo dire non avevo per niente.
Niente considerato, per cui grazie per avermi aperto gli occhi a questo e speriamo che anche
da noi si compia un passo sempre più lungo, si riesca sempre ad arrivare più verso una
convergenza, un'attenzione del grande pubblico anche a queste cose, insomma.
Ma ci sarà, d'altra parte pensa Santoro, Santoro è uscito dalla RAI sbattendo la porta,
ha creato la sua trasmissione, certo, c'ha l'appoggio del satellite, di Sky, di tutte
le televisioni locali, eccetera, ma c'è una marea di gente che ha capito che è molto
più facile guardarlo sulla rete.
E lo guardano attraverso il televisore col media center o semplicemente si mettono l'iPad
o il portatile sulle ginocchia e lo guardano di lì.
Per quanto non mi sia simpaticissimo Santoro, ha fatto qualche cosa di grosso, è stato
il primo in Italia a far convergere probabilmente le due audience e a far calpire a una audience
generalista che la televisione non deve per forza passare attraverso l'antenna che hai
sul tetto.
Sì, decisamente un innovatore se vogliamo da questo punto di vista.
E volevo chiederti un'altra cosa, tu sei su EasyApple, quindi credo che sia tuo dovere
informare i nostri ascoltatori di cosa usi di Apple se magari hai...
Io ho tutto.
Tutto?
No, perfetto.
Io ho tutto.
Tutto.
No, mi manca il Mac Pro.
Quello manca anche a noi purtroppo, speriamo che i nostri ascoltatori siano così gentili
da provvedere anche.
Lo userei volentieri un Mac Pro per quello che per il tipo di lavoro facci per fare
digitalia mi verrebbe molto comodo.
Insomma, facendo questa vita da nomade, io faccio il medico e lavoro a uno studio a San
Remo e una a Genova, faccio continuamente avanti e indietro.
Due giorni alla settimana vivo là, gli altri giorni vivo qui.
Non mi posso...
Non abbiamo ancora, ecco, dei collegamenti internet abbastanza veloci da permettermi di
avere un server a casa con un Mac Pro e accedere comodamente ovunque sia a tutti i miei dati.
Per cui io ho il mio MacBook Pro che praticamente con cui vivo in simbiosi.
Dove sono io?
Io ho il mio MacBook Pro, me lo porto dietro.
Poi quando sono a casa per dover lavorare in ambienti un po' più ricchi, un po' più...
Lo collego, tastiera esterna, trackpad esterno, bel monitor da 28 pollici che tra l'altro
in questo momento è in riparazione.
Tiriamo un attimo le orecchie, tiriamo le orecchie alla Apple, hanno detto sette giorni,
sono venti giorni che sto aspettando, ma a quanto dicono oggi è partito, dovrebbe arrivare
domani o dopo domani e per cui trasformo la mia postazione di lavoro da postazione
mobile a postazione fissa.
Poi uso l'iPad, uso l'iPhone, ho un Media Center che è un Mac Mini.
La rivoluzione maggiore nella mia vita, se devo dirlo, grazie a Apple, non è nei computer
che uso io però, la rivoluzione maggiore è stata quella di fare adottare strumenti
Apple alle persone che dipendevano da me per l'amministrazione dei loro sistemi.
Detto in parole semplici, il computer di mio padre, quello di mio
fratello e quello che usano le segretarie e le infermiere negli studi.
Usare Windows era diventato un inferno, cioè il mio lavoro, l'ottanta per cento del mio
lavoro era reinstallare Windows o andare a caccia di virus, deframmentare, fare tutte
quelle belle cose di manutenzione che si facevano una volta, o di educazione, o mio padre che
si dimenticava come si faceva a reinserire la password dell'email quando il computer
se la dimenticava, non ne voleva sapere di ricordarsi quella vecchia.
Le mie telefonate, le mie
interventi di assistenza, quando ho finalmente fatto adottare sistemi Apple in giro, si sono
praticamente azzerate con estrema gioia del sottoscritto.
Wow, mi verrebbe da dire.
No, invece l'iPad, cioè a livello lavorativo, così nel campo della medicina, ti sta dando
questo grande aiuto che spesso Apple enfatizza con i suoi video dove fa vedere medici che
vagano per gli ospedali con cartelle cliniche negli iPad o tutto a parte di dito.
Diciamo che come è intuibile e come credo abbia ognuno esperienza, le pubblicità tendono
sempre a esagerare. Compilare una cartella su un foglio che hai lì davanti al paziente
è ancora molto molto più rapido che compilare un form o stare a digitare su una tastiera
virtuale su uno schermo touch. Poi eventualmente si può ricopiare su sistemi informatici, puoi
avere una persona che se ne occupi e poi quindi avere magari tutto il passato di quel paziente
su schermo touch in rete, quello può essere comodo. Ma la vera comodità per me è quella
della ricerca. Io mi occupo di allergie, di pazienti allergici e ti faccio un esempio,
una delle cose più noiose che ho sempre dovuto fare sul paziente quando arriva un paziente
con già una terapia in atto, andare a cercare tutti i farmaci che prende, una volta scoperta
allergia, quali eccipienti contengono. Se sei allergico al latte ti danno cinque farmaci
dove spesso c'è lattosio e devo andare a vedere ognuno di questi farmaci. Prima c'erano
dei bei libroni rossi in indice alfabetico dove andavi a cercare, però se quella medicina
particolare conteneva lattosio andare a cercare un'alternativa, un po' a memoria, un po'
per conoscendozza, poi c'erano indici girati invece che per nome comune, invece che per
nome commerciale, per nome del principio attivo. Insomma diventava una
roba un po' difficile. Adesso ci sono delle applicazioni e quelle sulle iPad sono le più
fenomenali per usabilità che con due clic veramente ti permettono di risolvere il problema.
E direi che il maggior uso che faccio dell'iPad nella mia professione è quello lì, almeno
nel momento, nel periodo della visita. Poi non parliamo della comodità di avere, di
rispondere ai pazienti per email, non dover passare magari le ore al telefono, rispondere
a un referto di un esamo, un'ecografia, un referto di un collega. Insomma la comodità
è assolutamente intuibile.
Ecco, domanda stupida che mi sono sempre fatto. C'è mai stato qualcuno che ha pensato bene
di cercare di contattarti tramite iMessage? Se ce l'hai attivo per esempio sull'email
o se è una cosa che... non so.
Sì, ma non attraverso l'email. Per l'email uso un indirizzo che non è registrato sui
iMessage.
Capito.
Comunque non potrebbero. Però sul mio ricettario c'è il mio numero di cellulare e il numero
di cellulare ovviamente è registrato con iMessage automaticamente da Apple. Per cui
se un paziente mi manda un SMS con un'urgenza e lui ha un iPhone nella sua rubrica al mio
numero di telefono oppure compone il mio numero di telefono e di cellulare, automaticamente
il messaggio arriva tramite iMessage. Per cui sì, è capitato. A memoria ancora raramente
fare tre o quattro pazienti, così a memoria, che quando mi scrivono e poi gli rispondo
arriva il messaggino blu famoso, ecco, invece che il messaggino verde.
Questo diciamo ok, ci sta. Nel senso, anche a me è capitato una volta che dovevo scrivere
un messaggio alla mia professoressa quando ancora ero al liceo. No, stupidata, ero già
all'università, dovevo mandarle un messaggio, ma aveva dato il suo numero, quindi comunque
sul suo volere io ho scritto e è diventato blu il pallino.
Quindi si è accorto. È la professoressa che ha l'iPhone anche lei, che ficaccio.
Sì, il problema è con le mail pubbliche invece.
Il discorso è che domani io e Luca sfondiamo, diventiamo famosi, di fama super internazionale,
milioni di fan che ci vogliono parlare. Noi abbiamo attiva iMessage sulla nostra email
e c'è gente che potrebbe iniziare a riempirci, non darci di messaggi, senza che noi potessimo
fare niente. Cioè noi dovremmo rimanere lì, impassibili, a riceverci queste botte di messaggi.
E questo mi è venuto in mente, perché comunque...
Non puoi scollegare le mail dall'accanto.
Sì, beh, dovresti usare un'altra mail.
No, stavo pensando se magari c'è stato qualche pazzo. Non so se questa è una realtà o un
problema finto che ci stiamo creando noi.
Ma è un problema, credo, che sia comune a qualsiasi forma di comunicazione. Nel momento
in cui hai la cerchia delle persone interessate alla tua attenzione cresce, rischi sempre di avere
qualcuno che abusi. È ovvio che ti senti particolarmente colpito da questo rischio, perché vedi arrivare
il messaggio come un sms e tu fai rientrare l'sms nella categoria di, invece, comunicazioni
molto personali. Chi è che ha il mio cellulare? Solo i miei amici. Allora non è giusto che
attraverso il cellulare, lo stesso sistema di messaggistica attraverso il quale mi scrivono
le persone a cui sono particolarmente legato, possano farmi arrivare dei messaggi anche dei
perfetti sconosciuti. Però, sì, capisco il fastidio. È lo stesso fastidio però per
l'email, nel senso che poi, Federico, alla fine dei conti chiunque ti può scrivere un
email, ti arriva sul telefonino, ti fa beep, ti distoglie da quello che stai facendo esattamente
come un sms e ti arriva magari da una persona che magari vuole fare conversazione perché
sei famoso, perché gli sei simpatico, perché è interessato alle cose di cui parli sul suo
livello, però in quel momento tu non vuoi dargli attenzione. Non so, credo che sia un
problema distribuito, cioè che sia equivalente sui vari sistemi.
Sì, è che quando però uno inizia a darmi fastidio tramite email, a me per esempio è
capitato l'estate scorsa.
Ah, lo metti in spam list?
Metto in spam e io lo tolgo.
Cioè hai perfettamente ragione, perfettamente ragione.
Se invece questo qua parte tramite i messaggi, che comunque...
Hai ragione, non ci avevo mai pensato, non riesci più a bloccare.
No, esatto. Cioè, per esempio, io quando ho scritto a te per la prima
volta, non mi sarei mai permesso di dire, guardo se hai messaggio attivo, perché il
messaggio la ritengo ancora una cosa molto più privata.
Pensa a quando lo scopriranno gli spammer, quelli professionisti, che con tutte le collezioni
di email che hanno, se vogliono aggirare tutti i filtri, perché al giorno d'oggi il lavoro
più difficile di uno spammer professionista è proprio quello di riuscire a confezionare
dei messaggi che arrivino a te e non vengono impigliati nello spammer. Ecco, tu hai avuto
un'idea che se c'è qualcuno...
All'ascolto in questo momento fai il male dell'umanità.
Chiudiamo qui, allora.
Sì, perché uno spammer qualsiasi dice, va bene, invece che mandare attraverso l'email
a tutti questi indirizzi, mando attraverso iMessage, metti che anche solo il 10% di quei
10 milioni di indirizzi email che ha uno spammer professionista corrispondono ad un account
iMessage, quel 10% dei 10 milioni, un milione di messaggi, arriva dritto al destinatario
senza nessun filtro. Effettivamente prima o poi succederà. Ed Apple dovrà assolutamente,
credo, correre ai ripari. Luca sta già disattivando tutto, data la sua grande popolarità.
Sì, sì, sicuramente no, però veramente è uno scenario che spero non sia vero, anche
perché è veramente complicato. Mentre nelle mail possiamo avere la cartellina spam dove
ci vanno a finire tutte queste porcherie, nei messaggi è molto più complicata la cosa,
cioè non so veramente come potranno gestire questa cosa, mi auguro che non succeda a breve
termine. Una grossa differenza che abbiamo dall'email è che loro devono avere una
account Apple che loro possono vedere se questo account invia 10 mila messaggi in tre ore,
allora chiaramente c'è qualcosa che non va. Sicuramente ci sono già dei sistemi probabilmente
di limitazione del numero di messaggi, sono quasi sicuro. Poi in questo momento Apple sta tastando
il terreno, iMessage te lo fa usare ma ti fa, tra virgolette, firmare, ti fa cliccare su un tastino
dove accetti di utilizzare un servizio in beta e lì automaticamente si sfila da qualsiasi responsabilità,
dice io vi faccio ancora il favore a farvelo usare, se avete dei problemi non venite da me.
Tra l'altro ho letto lamentazioni di AT&T riguardo anche a questo iMessage che gli sta erodendo
i profitti in una maniera consistente, insomma loro vendevano a carissimo prezzo dei pacchetti
per i messaggi e adesso si ritrovano tutto bloccato.
D'altra parte tu pensa quanto costa un SMS in termini di euro su kilobyte, è una cosa indecente in questo momento,
ovviamente su questo le telco hanno sempre giocato su questo e hanno tirato su dei profitti, perché?
Perché attraverso quel canale lì ci passavano solo loro e per cui più o meno diciamo che facevano cartello
volontariamente, diciamo che senza fare cartello comunque tenevano i prezzi, non c'era nessuna pressione
ad abbassarli, ma alla fine cosa costa il giorno d'oggi un SMS? Costa su un contratto normale, costa 10 centesimi, 15 centesimi,
cosa sono? Sono 140 caratteri come un tweet, ricordo male, 160, ecco 160, metti che non siano i nasci ma che siano in unicode
sono 280 byte e costano 10 centesimi, fai un po' il conto, è come se, non lo so, scaricare un kilobyte di posta
ti costasse 15 euro, 20 euro ogni volta che scarichi un messaggio di posta elettronica, non è male.
Sto aspettando il momento in cui Apple farà la stessa cosa di iMessage con le telefonate e qui verranno fuori, verranno al pettine
tutti i nodi col fatto di operatori che bloccano il VoIP, anche Tim adesso ha cominciato a bloccarlo, però credo che Apple
abbia comunque un'arma dalla sua parte, ci blocca il VoIP, benissimo, tu non puoi più vendere l'iPhone in abbonamento, tu non sei più un carrier
supportato e quindi credo che Apple possa imporre almeno il suo sistema di VoIP, sarebbe bellissimo.
Apple ha sicuramente il coltello dalla parte del manico, da quello che leggevo in giro ci sono molti commentatori pronti a giurare sul fatto che
il sogno iniziale di una telco proprietaria di Apple che aveva Steve Jobs prima o poi verrà portato a compimento dai suoi successori
e quindi credo che Apple possa imporre la stessa cosa di iMessage con le telefonate e quindi credo che Apple possa imporre la stessa cosa di iMessage
all'estero e automaticamente il telefono ti dice va bene attraverso chi vuoi far passare le tue telefonate, c'hai Vodafone Francia oppure SFR oppure Orange, queste sono le tariffe, tu clicchi e automaticamente mantiene il tuo numero e ti fa passare attraverso quell'operatore lì e ti fa scegliere.
Apple ha sicuramente il coltello dalla parte del manico, da quello che leggevo in giro ci sono molti commentatori pronti a giurare sul fatto che il sogno iniziale di una telco proprietaria di Apple che aveva Steve Jobs prima o poi verrà portato a compimento dai suoi successori e quindi credo che Apple possa imporre la stessa cosa di iMessage oppure SFR oppure Orange, queste sono le tariffe, tu clicchi e automaticamente mantiene il tuo numero e ti fa scegliere.
Apple ha sicuramente il coltello dalla parte del manico, da quello che leggevi in giro ci sono molti commentatori pronti a giurare sul fatto che il sogno iniziale di una telco proprietaria di Apple che aveva Steve Jobs prima o poi verrà portato a compimento dai suoi successori e quindi credo che Apple possa imporre la stessa cosa di iMessage oppure SFR oppure Orange, queste sono le tariffe, tu clicchi e automaticamente mantiene il tuo numero e ti fa scegliere.
Ma funzionano perché ovviamente comprando in blocco, comprando un certo numero di dati in anticipo hanno degli sconti, può darsi che ci siano anche delle leggi che esattamente come la telefonia fissa impongano ai provider di rivendere pacchetti grossi a un prezzo scontato, non ho idea, se hanno provato a farlo vuol dire che avevano un prezzo scontato.
Io continuo a sognare per un futuro in cui l'unica scelta che dovrò fare è quale piano tariffario per internet dovrò avere senza curarmi di messaggi e chiamate e quant'altro, cioè io da Vodafone, da Tim, da Wind, da quel che è, ottengo internet, solo internet perché il resto lo faccio tramite internet.
Io penso che investendo un 70 miliardi di dollari potrebbe creare una rete wifi ipotetica mondiale quasi e dirci...
Non è sempre stato così e non è detto che sarà così in futuro, avere poi delle situazioni molto bloccate, la famosa telco di Apple, se vuoi un iPhone devi passare attraverso le linee di Apple Telecom o qualcosa del genere, se noi oggi ci immaginiamo una Apple Telecom che funziona bene esattamente come siamo abituati a qualsiasi prodotto Apple può essere molto bello, ma può essere anche una limitazione enorme della libertà.
Un enorme problema nel momento in cui anche solo uno di questi prodotti non funzionasse bene e noi volessimo adottare un'alternativa e non potessimo farlo sarebbe una gabbia non indifferente e anche un freno agli stimoli alla stessa Apple per progredire.
Io adoro i prodotti della Apple ma sono un grande sostenitore anche se spesso in trasmissione faccio la parte avversa, io cerco sempre di fare un po' l'avvocato del diavolo per fomentare discussioni e per far uscire cose nuove.
Io adoro i prodotti della Apple ma sono un grande sostenitore anche se spesso in trasmissione faccio la parte avversa, io cerco sempre di fare un po' l'avvocato del diavolo per fomentare discussioni e per far uscire cose nuove.
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Io adoro i prodotti della Apple ma sono un grande sostenitore anche se spesso in trasmissione faccio la parte avversa, io cerco sempre di fare un po' l'avvocato del diavolo per fomentare discussioni e per far uscire cose nuove.
Io adoro i prodotti della Apple ma sono un grande sostenitore anche se spesso in trasmissione faccio la parte avversa, io cerco sempre di fare un po' l'avvocato del diavolo per fomentare discussioni e per far uscire cose nuove.
Io adoro i prodotti della Apple ma sono un grande sostenitore anche se spesso in trasmissione faccio la parte avversa, io cerco sempre di fare un po' l'avvocato del diavolo per fomentare discussioni e per far uscire cose nuove.
Io adoro i prodotti della Apple ma sono un grande sostenitore anche se spesso in trasmissione faccio la parte avversa, io cerco sempre di fare un po' l'avvocato del diavolo per fomentare discussioni e per far uscire cose nuove.
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Io adoro i prodotti della Apple ma sono un grande sostenitore anche se spesso in trasmissione faccio la parte avversa, io cerco sempre di fare un po' l'avvocato del diavolo per fomentare discussioni e per far uscire cose nuove.
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Io adoro i prodotti della Apple ma sono un grande sostenitore anche se spesso in trasmissione faccio la parte avversa, io cerco sempre di fare un po' l'avvocato del diavolo per fomentare discussioni e per far uscire cose nuove.
Io adoro i prodotti della Apple ma sono un grande sostenitore anche se spesso in trasmissione faccio la parte avversa, io cerco sempre di fare un po' l'avvocato del diavolo per fomentare discussioni e per far uscire cose nuove.
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Io credo che l'utente che ti ha visto fare aggiornamenti incrementali minimi, sempre soddisfatto della tua applicazione, nel momento in cui fai una versione diversa, così importante nell'aggiornamento da giustificare un upgrade, un prezzo nuovo, se il prezzo è a livello di quello che vediamo oggi, credo che la maggior parte degli utenti dicano sì, bene, è giusto.
Io credo che mi chiedono un indirizzo Paypal perché capiscono che il mio lavoro ha un valore, usano la mia applicazione tutti i giorni, mi hanno pagato solo una volta tre anni fa 5 dollari e pensano che invece io meriti molto di più e che abbia diritto a più soldi per continuare a lavorare su questa applicazione eccetera, per cui mi chiedono forzatamente di accettare dei soldi, ecco questa è una cosa unica nel mondo del software che succede, di cui io non avevo mai sentito parlare per altre piattaforme.
La leva che devono utilizzare, la qualità ti porta sempre vendite, ti porta sempre amplificazione delle vendite del tuo prodotto.
Non ci credo perché io in Italia, mi spiace dirlo, forse passerò per quello che odia la sua patria però, il discorso del pagare per qualcosa che non hai materialmente è una cosa, lo vedo molto molto difficile qui, cioè il dare valore a qualcosa di digitale, che questo sia un podcast, un'applicazione o qualsiasi altra cosa, un libro, un ebook, in Italia secondo me in questo senso non è così.
Cioè se domani venisse detto, guardate ragazzi, Facebook costerà, come dicevi ieri in Digitalia, io pagherei anche 20 dollari all'anno per avere un servizio tipo Facebook, secondo me se domani Zuckerberg saltasse fuori dicendo abbiamo bisogno di 5 dollari ad utente per poter continuare a tenere vivo Facebook, tutto crollerebbe.
Cioè io adesso non vorrei, avrei paura di vedere quanta gente ha fatto una donazione per Wikipedia.
Magari anche gente che la usa tutti i giorni, qui in Italia, e quanta gente l'ha fatto magari in America, magari in Inghilterra, in Germania, cioè Wikipedia ormai penso che tutti la usino quotidianamente o quasi, eppure secondo me viene dato troppo per scontato che Wikipedia debba essere gratuita e piuttosto la lascio morire, cioè me ne frego, non la guardo.
È un errore da chi la gestisce però.
Io lo sostengo.
Sempre.
Cioè se Wikipedia muore perché gli mancano i fondi, perché nessuno la paga, è colpa di chi gestisce Wikipedia, non è colpa degli utenti, perché non è stato capace di trasmettere il valore che questo strumento ha per le persone che la utilizzano e non è stato in grado di coinvolgere.
Digitalia, io me ne faccio un vanto, è un'applicazione che si è tirata su da sola e che si paga da sola, ma perché? Perché siamo riusciti a coinvolgere una community che...
Che le dà un valore e che partecipativamente la sente come un prodotto loro. Non vedono Digitalia come un prodotto che gli viene imposto, che trovano lì sull'albero, ma come un prodotto a cui partecipare, non solo poi dal punto di vista economico, ma dal punto di vista dei contenuti, il fatto di dialogare, di poter assistere, ascoltare in diretta e commentare in diretta su Twitter, il fatto che se commenti su Twitter durante la settimana quando ascolti il podcast rispondiamo, noi o altri utenti, che se dici delle cose particolarmente interessanti poi vengono rispettate.
Siamo ripresi in trasmissione e questo crea una community, un senso di legame che nel momento in cui noi diciamo in diretta, ragazzi guardate che questa trasmissione la fate voi, sia nei commenti, sia negli argomenti, sia materialmente, e poi c'è non la totalità, parliamo sempre di percentuali ristrette rispetto al totale degli ascoltatori, però ce n'è già un numero sufficiente a far campare Digitalia, a farla andare avanti, ecco, certo non a pagare lo stipendio a tutti quelli che ci lavorano,
cioè il sottoscritto e le altre persone che vengono a fare la trasmissione col sottoscritto, però per il momento se non altro non ci rimettiamo dei soldi, anzi se dobbiamo fare l'upgrade del software eccetera ce lo pagano gli ascoltatori.
Però ti dico, Rockast Italia, la mia trasmissione precedente in cui non facevo niente del genere, non promuovevo ma semplicemente c'era un tastino Paypal sul sito, e beh in 5-6 anni credo di aver ricevuto 4 euro se va bene.
Perché? Perché è tanto lì, ma se nessuno mi invita vuol dire che boh, non usa.
Questa è una cosa che a me in particolare penso anche Luca ci abbia sorpreso, cioè il fatto che noi quando siamo partiti col podcast abbiamo detto, vabbè noi ci mettiamo il cuore in pace, sapremo che andremo a perderci, ma lo facciamo perché è una cosa che ci piace e ci diverte.
Abbiamo visto che col passare del tempo, naturalmente non agli inizi, ma particolarmente negli ultimi forse 4 mesi facciamo, è arrivata tanta...
C'è stata tanta gente che ha deciso di contribuire e attualmente abbiamo potuto diciamo andare in pari con tutta la spesa che c'è stata nell'anno e mezzo precedente di EasyApple, è una cosa che io ci sono rimasto abbastanza, cioè di pietra, non me lo aspettavo neanche un po', la prima donazione me la ricordo ancora che ho detto, ma chi è il pazzo?
Dopo vedi che inizialmente c'è qualcuno che ci tiene, apprezza il tuo lavoro, anche comunque quando arriva un'email che ti ringrazia, cioè boh è bello.
E' veramente vero quello che dici tu, a noi in particolare secondo me manca un po' la parte, dico social anche se non è vero che è social, nel senso non abbiamo l'hashtag in cui la gente può dire qualcosa o non abbiamo la parte della, io non mi ricordo mai il nome che usi tu, la redazione distribuita.
La costruzione di questo tipo di rapporto con gli ascoltatori, perché anche se poi chi ascolta in diretta sono il 2% della nostra audience totale, è quella che poi trascina, che poi dà questa sensazione di community anche a chi ascolta indifferita col podcasting, basta spingere, provare, chiedere, certo è impegno in più, è lavoro in più anche quello.
E' questo pensiero fisso che la cerchia di utenti che noi abbracciamo e probabilmente magari anche che voi abbracciate rimangono molto costanti, cioè è difficile farle crescere e spesso mi sembra di parlare sempre agli soliti utenti che col passare del tempo diventano sempre più esperti e mi sembra di non poter dare più questo grande contributo a chi magari potrebbe averne veramente bisogno.
Cioè l'avere un podcast.
E non un sito in cui i contenuti sono più rapidamente accessibili, limita tantissimo. Un esempio classico è stato stamattina arriva un messaggio da mio cugino che è nelle Marche, ha preso il nuovo iPad e mi scrive conosci qualche bella applicazione? Cavolo, cioè io di applicazioni ne recensisco parecchio ogni settimana e non dico il mio lavoro tra virgolette, provarle, parlarne, diciamo,
come si dice, consigliarle agli utenti, però se gli dico guarda c'è Easy Apple, dagli un'occhiata, sono sicurissimo che quello che potrebbe essere il mio aiuto non andrà a buon fine, perché difficilmente uno da zero parte ad ascoltarsi un podcast, mentre se ti do una lista di applicazioni o un paio di recensioni interessanti, quelle possono più colpirti, possono più attrarti, quindi il podcast per quanto possa essere efficace,
e possa farti guadagnare, diciamo, spendere bene del tempo che altrimenti andrebbe perso, per esempio quando si guida, non so, è molto difficile da diffondere e da promuovere, io la penso così sinceramente, non so se…
Lenta, però poi si è spianata, nel senso adesso chiaramente siamo su livelli di crescita molto più bassi di quelli che abbiamo avuto all'inizio, ma questo è naturale, però comunque, però non crescono poi così tanto, insomma.
Non credere che sia sempre gli stessi.
Guarda, io non mi vergogno tantissimo a dirlo, anzi non mi vergogno assolutamente, io e Luca non abbiamo mai tenuto segreti i numeri di Easy Apple, noi abbiamo fatto la puntata, se non sbaglio, 40 o 42, che è stata quella che ha celebrato i 100.000 download.
40 puntate, un po' meno di un anno, noi abbiamo fatto i nostri 100.000 download. Adesso che siamo alla 74, siamo sulla soglia dei 182.000 download, quindi facendo una proiezione, arriveremo più o meno alla puntata 82-83 con i 200.000 download, quindi 40-100.000-80-200.000, non c'è stata questa grandissima crescita.
No, ma non vuol dire che siano sempre gli stessi. Tu arrivi a un certo punto che non cresci perché…
Perché il numero assoluto delle persone che ti abbandonano equivalgono al numero assoluto delle persone che ti scoprono in quel mese lì. Non pensare che sia così statica l'audience, per cui il trucco per continuare ad aumentare se è tuo interesse, perché poi è tuo interesse, sei sicuro, vedere aumentare, se il tuo interesse è vedere aumentare tu puoi fare due cose, aumentare quelli che arrivano nuovi, cioè fare pubblicità, e pubblicità la puoi fare in un milione di modi diversi che non devo stare io qui a spiegare,
spiegarteli, oppure devi cercare di trattenere di più quelli che se ne vanno, per cui inventare delle cose nuove, rendere più varia la trasmissione, invitare persone nuove, oppure creare degli spazi nuovi, degli argomenti nuovi, insomma, devi inventare qualche cosa per, uno, non annoiare quelli che ti ascoltano già da due anni, e due, cercare delle nuove orecchie.
Nel periodo di Natale, vedi sicuramente nelle tue statistiche un'impennata rispetto al mese precedente, perché? Perché sono persone che hanno per la prima volta un apparecchio con cui è facile ascoltare un podcast, e che ci provano, e tra queste qualcuno scopre Easy Apple, ecco, devi cercare magari in quei periodi, che ne so, fai dei bigliettini, tipo dei bigliettini da visita colorati con il logo di Easy Apple, e vai alla FNAC e li spargi sul pavimento in modo che la gente li vede e dice cos'è questo, e quando comprano l'iPod nuovo, una delle prime cose che fanno è vanno a vedere, ho comprato una cosa,
una cosa della Apple, questa qui è una cosa Easy Apple, non lo so, ti do un'idea del genere.
Il logo sul bigliettino rigorosamente quello senza mela, altrimenti partecipi.
Ti fanno subito causa, se subito la Apple ti tira le orecchie.
No, spero che Luca non mi tiri le orecchie per...
No, l'unica cosa che volevo un po' sottolineare è il fatto che comunque tuttora l'ambito podcast rimane, visto dal grande pubblico, io ho un ottimo campione di persone che posso saggiare per questo genere di cose, e sono i miei amici, persone che
la mia compagnia è tutta gente più o meno tecno-ignorante, dall'80% in su, insomma, per cui gente che un podcast non capisce cosa sia, cosa serva, perché ti guardano quasi strano, quando io dico, ma sì, io mi ascolto regolarmente 10-11 podcast alla settimana, cosa sono, perché, ma cosa te ne frega, cioè, non so, rimane sempre una cosa che viene vista come strana, di nicchia.
Ma è giusto, perché è una cosa strana?
Rendi glielo facile, non chiamarlo podcast.
E' una cosa che facevamo all'inizio, all'inizio podcast era figo, perché? Perché era una cosa nuova, c'era un hype enorme, e per cui andare in giro, faccio un podcast, avevi un mucchio di gente nuova,
che era in grado di capire, che studiava, che erano geek, che iniziavano a sapere cos'era un podcast, avevano fame di provarlo, ed era utile andare in giro a fare le conferenze, podcast con UK, e podcast con UK non esiste più, esiste al limite New Media Expo, capisci?
Interessante comunque sì, dovrebbe essere diversa la cosa.
Voi siete, avete un minimo più di facilità di noi, voi vivete tutti e due a Milano, siete nella stessa città.
Sì, per la maggior parte del tempo sì, lui è di Verona, però studia come a Milano, quindi...
Eh, quando siete a Milano lo fate video, vi mettete una telecamera davanti e non fate niente di diverso da quello che fate oggi, se non magari di lavarvi la testa e di mettervi una maglietta pulita prima di fare la trasmissione.
La fate video e la mettete su YouTube, la condividete attraverso Facebook e automaticamente i vostri numeri schizzano. Perché? Perché il podcast non lo conosce nessuno.
Ma qualsiasi di quegli amici ignoranti che non sanno cos'è un podcast, stai tranquillo che su YouTube ci vanno dieci volte al giorno, e su Facebook il video condiviso dall'amico lo cliccano duecento volte al giorno.
Per cui non c'è bisogno di chiamarlo podcast, il podcast è un mezzo, no? Come quando guardi la finale di Coppa dei Campioni.
La finale di Coppa dei Campioni è una televisione? No. È un programma televisivo? Sì, se vogliamo è limitativo.
Inizieria perché guardo la finale di Champions, non gli dico guardo un programma televisivo, anche perché magari il giorno d'oggi la finale di Champions la guardo sull'iPad con, come si chiama, Sky Plus.
Sky Go.
Eh, Sky Go. Per cui la differenza oramai tra, come dicevo prima, tra nuovi e vecchi media è diventata talmente sottile che non ne vale neanche la pena.
Il podcast lo usi e lo sfrutti e magari lo pubblicizzi tra quelli che sanno cos'è un podcast e che...
e che ci tengono ad avere quella facilità di uso, quella comodità, quella...
Ma con tutti gli altri, digli che fai una trasmissione radio sulla rete.
Digli che fai una net radio, che fai uno show sulla rete, che fai una trasmissione su Apple, che fai una trasmissione per appassionati di... di... di... di... di roba Apple.
E non gli devi spiegare niente, loro capiscono, già il fatto che hai Apple nel nome o nell'argomento è già un appiglio molto grosso che può attirare un sacco di persone.
Non spaventarli.
Quando ti avranno ascoltato sulla rete e magari ti chiederanno, bellissimo, ma devo per forza andare sul sito per ascoltarvi, gli dirai, no, guarda, c'è l'iPhone, scarica Instacast.
Oppure vai su questa pagina del sito, vai su easyapple.com slash Instacast e lì ci sono tutte le immagini con spiegato passo per passo come infilare Easy Apple dentro Instacast.
E poi in fondo ci scrivi tra parentesi, eh, tra l'altro, hai appena imparato a usare il podcasting.
Lo scopri alla fine, non c'è bisogno che te lo dica all'inizio e che ti spaventi.
Sì, è quello che ultimamente abbiamo implementato un po' sul sito perché in effetti è una cosa che ci si è resi conto che non c'era in assoluto.
Cioè uno arrivava su Easy Apple e non poteva assolutamente capire che cosa potesse essere.
Dai, visto che siamo andati abbastanza lunghi rispetto ai nostri standard, ma penso che sia balsa assolutamente, assolutamente la pena.
Non abbiamo i gingilli del giorno, ma dedichiamo la parte finale della puntata per parlare un pochettino di applicazioni.
Quindi magari dandoti un attimo di tempo per pensare l'applicazione o le top tre di cui ci vuoi parlare, prendiamo un secondo, sia io sia Luca, per magari parlarvi di almeno un'applicazione.
Nel mio caso voglio parlare di un servizio più che un'applicazione che si chiama AppZapper, che è molto analitico.
È un servizio analogo ad AppShopper, quindi un servizio per monitorare le applicazioni dell'App Store, dire quali si hanno acquistato, qual è la propria wishlist, eccetera, eccetera.
Ecco, io particolarmente due puntate fa parlavo di un ipotetico social network che avrebbe potuto creare Apple, magari rifondando quello che adesso è Ping, che non sta assolutamente attirando l'attenzione degli utenti.
Ecco, AppZap fa principalmente questo.
Permette di monitorare le proprie applicazioni e assolutamente di...
La cosa...
La cosa fantastica è quella di poter interagire con altri utenti, quindi creare una community dove noi, per esempio, di EasyApple, possiamo aggiungerci tra gli amici, vedere quali applicazioni hanno scaricato altri utenti, quali applicazioni hanno votato come preferite o hanno detto che sono brutte.
Si possono lasciare dei commenti e altre cose interessantissime, una abbastanza interessante o meglio curiosa, è che viene detto il prezzo totale speso per acquistare il coso.
Il prezzo totale di tutte le applicazioni che si posseggono e le cifre potrebbero anche schizzare abbastanza in alto nel caso in cui siete dei grandi acquirenti di applicazioni.
E concludo dicendo che esiste l'applicazione sia per iPhone sia per iPad e per Mac esiste un pacchettino che permette di aggiungere ad AppZap tutte le applicazioni che avete presente nel vostro...
iTunes come applicazioni acquistate, quindi non dovrete andare a dire singolarmente quale applicazione avete acquistato e quale no nel momento in cui vi iscrivete, ma esiste questo servizio di sincronizzazione che è perfetto, velocissimo e vi permette di partire già, diciamo, con un profilo abbastanza aggiornato.
E quindi niente, l'invito è di iscriversi e magari di aggiungerci tra di noi tramite Twitter, possiamo fare dei retweet con il nostro account.
Quindi aggiungete me e aggiungete Luca che domani verrà obbligato a iscriversi a questo servizio. Luca che mi comunica che continua ad avere dei problemi di connessione, quindi passiamo a Franco, vediamo se c'è qualcosa sicuramente di cui magari ci vorrà parlare.
Io non ho sentito tutte le vostre trasmissioni precedenti per cui magari è un software di cui avete già parlato, però a me cambia la vita, è il software che probabilmente uso più spesso in assoluto e lo uso sia sul...
...sulle piattaforme mobili, sia sull'iPhone, sia sull'iPad, sia sul Mac e che è One Password.
One Password è un sistema meraviglioso di gestione delle password via rete, delle password di sistemi internet, di siti web, di storage, delle licenze per le applicazioni che utilizzate e che oltre a essere veramente realizzato come deve essere realizzato un'applicazione Mac, per cui con l'usabilità, con tutti i crismi,
con la cura del dettaglio che caratterizza l'applicazione, caratterizza anche l'atteggiamento, l'impostazione della società che lo sviluppa nei confronti del problema che l'applicazione deve risolvere, perché il giorno d'oggi uno sviluppatore che cosa deve fare? Non ti deve vendere un'applicazione, ti deve risolvere un problema e il problema che risolve molto bene One Password è proprio quello della sicurezza sulla rete.
Il giorno d'oggi abbiamo password dappertutto, devi ricordarti la password della posta, quella del tuo server, quella di Facebook, quella di Google+, quella di MySpace se ce l'hai ancora, quella di tutti i forum dove sei iscritto, quella di tutti gli ambienti.
Ecco, la cosa che fa la maggior parte delle persone e che è la peggiore in assoluto che si possa fare è utilizzare la stessa password per tutti questi ambienti, l'abbiamo fatto tutti, all'inizio l'ho fatto anch'io, può sembrare una cosa molto smart,
ma è una cosa molto stupida, perché è la prima volta che uno singolo di questi, di amministratori di questi sistemi decide di prenderti la tua password, di salvarla in chiaro e di provarla con il tuo email per entrare sul tuo accanto di qualsiasi altro sistema, praticamente gli avete regalato le chiavi per la vostra vita.
One Password permette di automaticamente avere una password unica che sblocca l'applicazione, che però è locale solo sul vostro sistema e che contiene tutte le altre password,
e che vengono inserite automaticamente con un shortcut da tastiera quando visitate quel sito, e proprio per questo non avendo più la necessità di ricordare ogni singola password potete utilizzare delle password diverse per ogni ambiente e anche delle password particolarmente complicate se non addirittura generate casualmente da One Password,
non c'è nessun problema, perché io devo semplicemente schiacciare il mio shortcut quando entro su Facebook, che è se non ricordo male Command e il tastino con il backslash, metto Pinocchio237 che è la mia password locale e sarà One Password che automaticamente si ricorda, e che le infila su Facebook e mi fa entrare, è ragazzi veramente una figata, costa, io adesso quanto costi sull'App Store non me lo ricordo,
sono circa 11 euro, una decina di euro.
una roba ridicola per il problema che vi risolve
si può sincronizzare tutto con Dropbox, si può anche sincronizzare localmente via iTunes, però c'è la possibilità con Dropbox che è molto più comoda, c'è l'applicazione per iOS, per iPad, per iPhone, ce l'ho tutte e tre, non ne farei mai a meno, perché mi permettono veramente di mantenere una sicurezza come si deve in tutti questi ambienti.
un supporto tecnico, tutte le novità, ogni volta che esce una notizia in ambito di sicurezza, sistemi craccati, loro analizzano il problema, vi spiegano qual è stato il problema, sono proprio gente esperta di criptografia, di sistemi di sicurezza e ve lo fanno capire, e questo farvelo capire con le discussioni che intavolano sui post che fanno sui loro blog, ti permettono di sentirti sicuro quando gli affidi le chiavi della tua vita.
non metto la mano sul fuoco su nessuno, ma se vi devo consigliare qualcuno a cui affidare la sicurezza dei vostri sistemi, devo dire che ce ne sono pochi sulla rete come questa azienda, cercate 1Password e lo trovate facile.
se non avevamo convinto né io né Luca adesso non l'avete proprio più scuro, c'è una cosa interessante che avevo letto, non ricordo dove sinceramente, dove veniva detto che bisognerebbe aggiungere sul proprio testamento la password, la master password di 1Password.
nel momento in cui io muoio, toccandomi in questo momento, uno ha accesso a tutto il mio database, tramite 1Password.
in questo post sul sito, si chiamano Agile Web Solutions, se non ricordo male, Agile Bits, se vai a cercare sul blog c'è ancora il post con il link al file pdf dove puoi compilare la tua master password, le indicazioni, lo dai al tuo notaio e gli dici questo lo alleghi al mio testamento, è una roba un po' macabra, ma sono quelle cose qui, bisogna anche pensare, poi alla fine dei conti di mezzo c'è magari la password dell'onbanking,
si possono aggiungere anche password relative a bancomat, carte di credito, posti pay, tutto si può archivare, 1Password anche, Luca ci sei?
ci sono, sì, connessione permettendo ci sono, i nostri ascoltatori se non altro la cosa bella è che non sentiranno niente di tutti questi problemi grazie al fatto che ognuno registra il suo audio, però spero che anche voi mi sentiate decentemente, purtroppo qua la connessione è un po' intasata.
tutto bene, tu ci senti male, domani dobbiamo fare una bella ramanzina alla tua conquilina Luca, e niente quindi io direi che abbiamo esaurito, non è vero che abbiamo esaurito, però abbiamo esaurito non gli argomenti ma il tempo, noi penso che potremmo concludere questa puntata veramente molto bella, ringraziamo di cuore Franco per aver partecipato e saremo felicissimi di poterlo ospitare nuovamente per riaffrontare anche tantissimi altri argomenti,
che sono le fondamenta ormai della tecnologia.
il piacere è tutto mio, mi sono divertito e tornerò volentieri quando mi inviterete, tempo permettendo, la limitante oramai è solo quella, ma bravi fate una bella cosa, una bella trasmissione e poi te l'ho già detto privatamente, mi sento più libero, perché posso parlare male delle altre piattaforme senza che nessuno mi tiri le orecchie.
perfetto, allora illuminati dalle parodici italiane di Franco,
scurati dai problemi di connessione di Luca, vi diamo appuntamento per una nuova puntata di C-Apple, come sempre settimana prossima ore 17.
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