SaggioPodcast #81 - Recensione: Apple Watch Serie 4

Benvenuti all'ottantunesima puntata del Saggio Podcast. Questa sarà un po' diversa dalle altre

perché in realtà si tratta della lettura della recensione dell'Apple Watch Serie 4 che ho appena

pubblicato sul sito saggiamente.com. Speriamo che l'idea vi piaccia e in caso positivo se volete

altre puntate come queste fatecelo sapere tramite i nostri canali social ma soprattutto con una

recensione a 5 stelle su iTunes indicando in descrizione il fatto che appunto vi piacciono

le puntate dedicate alle recensioni dei prodotti. Non mi resta che augurarvi un buon ascolto.

Ripensavo ai vari dispositivi Apple che possiedo o che ho acquistato nel corso di questi ultimi

anni. Se escludiamo i Mac che sono sempre accesi e mi aiutano a sbarcare il lunario,

l'Apple Watch è quello che sfrutto di più. Non è una sorpresa ovviamente, è merito della sua natura

di orologio ma è comunque una considerazione interessante per me. L'iPad Pro lo sto usando

ora perché sono in aereo e lo trovo abbastanza comodo in queste circostanze ma di norma prende

polvere sulla scrivania. L'HomePod è bellissimo e si sente davvero bene ma alla fine ho trovato

più pratico il Google Home nel quotidiano che ora sto meditando di sostituire con l'Amazon Echo Plus.

Una Apple TV l'ho proprio spenta e l'altra vive in stand-by dietro il TV dello studio,

la riaccendo solo per sfruttare l'estensione scrivania o il mirroring AirPlay. Le AirPods

sono bellissime e quando sono in giro le adopero spesso ma in studio uso le cuffie, in macchina

lo stereo, a letto ancora cuffie. Sono pratiche forse indispensabili ma non sono sempre in funzione.

L'iPhone rimane il fulcro di tutto in mobilità, che può voler dire anche il divano di casa delle

volte, eppure anche lui ha più lo schermo spento che acceso nel corso della giornata.

Stessa cosa vale per l'Apple Watch in realtà,

ma questo ha un vantaggio importante: si indossa. Dopo 4 generazioni più una sono

ancora convinto che non sia un dispositivo necessario. Alla fine non lo è neanche più

l'orologio, ma l'Apple Watch è certamente qualcosa di più. Ed è proprio nella definizione di questo

qualcosa che si sta giocando alla battaglia degli smartwatch. Battaglia che Apple ha ampiamente vinto

per ora, si può asserire senza timore di apparire campanellisti visti i dati di vendita finché ce li

abbiamo. Questo non vuol dire neanche che l'Apple Watch non potrà essere un'opportunità per tutti.

Non è necessariamente che il suo prodotto sia il migliore, e certamente non lo è per tutti,

ma Apple ha identificato uno specifico target ed ogni evoluzione è andata in quella direzione.

Sport e salute sono le parole chiave ricorrenti e che ne guidano lo sviluppo, a cui si è aggiunta

da due generazioni, una in Italia, la connettività LTE. Come sempre accade quando si punta a realizzare

dispositivi complessi come l'Apple Watch, che include funzionalità diversificate tra cui anche

quella più velleitaria e modaiola, si finisce per essere inferiori ai prodotti che svolgono una ed una

sola funzione. Penso ad esempio agli smartwatch di Garmin, che hanno migliori caratteristiche agli

occhi dei veri sportivi. La ricetta di Apple è sicuramente più moderata. Comode notifiche,

monitoraggio dell'attività fisica, un pizzico di stile e sempre più attenzione alla salute.

Inizialmente c'era solo il sensore per il rilevamento del battito cardiaco,

migliorato per efficienza, precisione e costanza nelle serie successive. La misurazione è diventata

quasi un monitoraggio, la frequenza non è proprio costante, ma la conseguenza utile è di poter

intercettare l'insorgenza di alcuni problemi avvisando l'utente. Con la serie 4, presentata

nel 2018, si è andati anche oltre, riuscendo a rilevare le cadute accidentali grazie ad un

raffinato giroscopio e persino a realizzare un elettrocardiogramma con due elettrodi,

uno sul dorso della cassa a contatto col polso e l'altro sulla corona digitale,

che si deve toccare per effettuare le CG. Ero piuttosto scettico sulla possibilità di inserire

un dispositivo simile all'interno di un orologio, non avendo mai visto nulla di simile neanche in

medico. Infatti l'Apple Watch è il primo dispositivo portatile che riesce a farlo,

intendendo con questo non solo nella categoria degli smartwatch. In questo specifico momento

tale funzione non è attiva, lo sarà solo a seguito di un update in arrivo entro la fine

dell'anno, ma non sarà disponibile al di fuori degli Stati Uniti. Apple ha infatti ottenuto una

sorta di benedizione dall'FDA, ma non una canonica approvazione. Questa non sarebbe

neanche possibile visto che non esiste una specifica categoria in cui le CG dell'Apple Watch 4

rientrerebbe. In tali casi si dovrebbe seguire una lunghissima trafila come elemento de novo,

ma l'FDA è stata a buon'aria con l'azienda che ha realizzato il primo smartwatch capace di realizzare

una CG, e l'ha voluto considerare un dispositivo di tipo cleared, ossia di quelli che non possono

causare problemi all'utente e quindi non richiedono attente verifiche. Una flessibilità tale non si

ritrova chiaramente nel vecchio continente, e definendolo vecchio ho già spiegato il perché,

intendendo con questo sia i pro della saggezza che i contro della lenta burocrazia.

Attendiamo dunque un bollino di approvazione che consentirà di sbloccare l'interessantissima

funzione anche in Italia, ma dopo l'aggiornamento di fine anno l'App delle CG dovrebbe essere

scaricabile ed utilizzabile anche da noi loggandosi con un Apple ID statunitense.

Comunque sia l'elettrocardiogramma non è l'unico motivo per cui valga la pena considerare l'Apple

Watch serie 4. Non a caso si stanno registrando buone vendite anche da noi,

dove non funzionerà subito e la funzionalità non è neanche menzionata sul sito.

C'è una cosa che mi preme sottolineare prima di andare avanti nella disamina, ed è che se

state cercando un buon motivo per comprare un prodotto che vi sembra inutile, non sarò io

a fornirvelo. Ovviamente potreste trovarlo tra le righe, ma devo dare per scontato che chi si

mette a leggere la recensione di una scopa elettrica sia quantomeno interessato a valutarne

l'acquisto, considerandola quindi potenzialmente utile. L'Apple Watch è questo, non ha senso assegnarvi

uno scopo superiore, è quel prodotto potenzialmente utile che per alcuni si rivela una comoda abitudine,

per altri un acquisto che si poteva evitare. Lago della bilancia nella valutazione non dovrebbe

essere nessun altro all'infuori di voi. L'Apple Watch è un prodotto che non si cambia necessariamente

tutti gli anni, ma che essendo nato da poco ha dovuto maturare in fretta. Chi si è tenuto la

versione 0 fino al 2018 ha fatto un discreto sforzo, o magari non lo sfruttava tanto da

avvertirne i limiti. A distanza di 4 generazioni il cambiamento è tuttavia ben visibile, e lo è

anche rispetto alla serie immediatamente precedente, visto che questa è la prima

in cui cambia la struttura. Non i cinturini, diciamolo subito a scanso di equivoci,

ma la cassa è cresciuta un po' di dimensioni per entrambi gli schermi, che oggi sono da 40 e 44

mm, non più da 38 e 42. Inoltre le cornici si sono assottigliate parecchio e gli angoli

dello schermo OLED ora sono arrotondati, andando a riempire una superficie ben più ampia. Al punto

che il più piccolo dei nuovi ha uno schermo sostanzialmente uguale al più grande dei

precedenti, il tutto senza impattare più di tanto nella superficie complessiva.

Anzi, c'è una piccolissima ma gradita riduzione dello spessore, che è inferiore al millimetro,

ma si ha comunque l'impressione di vedere e sentire con mano, probabilmente per via della

diversa curvatura del vetro. Pur avendo avuto sempre display OLED, nei modelli di Apple Watch

precedenti si riusciva ad intravedere il rettangolo del pannello bordato di nero, fino ad arrivare al

limite della cornice. La sensazione risulta più evidente oggi a confronto con il più moderno,

che lo fa sembrare immediatamente vecchio. Nella serie 4 il pannello ha un bordo più sottile,

che risulta anche meno visibile per via del fatto che comincia più o meno dove inizia la

curvatura del vetro frontale, con i suoi giochi di riflessi. Piccoli accorgimenti che lo fanno

sembrare decisamente più affascinante e che si notano sia con sfondi scuri che con quelli che

lo riempiono completamente. Questi ultimi li ho sempre ritenuti brutti in passato, specie quelli

con le foto o i timelapse che ne evidenziavano la forma squadrata, mentre sui nuovi schermi sono

finalmente godibili, persino belli direi. Grazie allo spazio in più sul display e soprattutto a

gli angoli curvi, Apple ha creato due nuovi quadranti davvero interessanti, che consentono

di utilizzare al meglio quasi ogni pixel a disposizione e funzionano solo sui nuovi modelli.

Nella schermata infograph si arriva addirittura ad otto complicazioni che si aggiungono all'ora,

rendendo l'orologio davvero più smart. Bisogna un po' farci l'occhio, spostare le cose dove si

preferisce e magari sostituire quello che ci interessa meno con altro, ma si può riuscire

ad avere moltissime informazioni sempre visibili. Bisogna stare attenti anche ai contrasti, perché

io fatico a vedere le lancette con una rapida occhiata, ma con qualche modifica ho ottenuto

un quadrante che mi piace e dice tante cose utili per me. Lo alterno all'altro infografo

modulare con orario digitale e a quello più tradizionale con Siri, che rimane molto comodo

per le giornate impegnative, visto che cerca di intuire di cosa abbiamo bisogno momento per

momento, e spesso indovina stranamente. Non è ancora possibile per gli sviluppatori creare

nuovi quadranti. Probabilmente è una carta che Apple si giocherà in futuro, quando e se

dovesse accorgersi di non avere molto altro da dire al riguardo, o qualora gli utenti

dovessero esercitare una maggiore pressione mediatica sull'argomento. Più apertura sarebbe

ad ogni modo molto gradita. Si trova facilmente l'interfaccia adatta ai propri gusti, ma chiamando

in causa tutti gli sviluppatori su piattaforma iOS spunterebbe sicuramente fuori qualcosa

di diverso, innovativo e piacevole. Insieme a tantissima spazzatura però, ed è per questo

che con ogni probabilità Apple non ha ancora aperto questo vaso di Pandora. Scrivendo in aereo,

legati dal mondo online e dalle schede tecniche, si finisce per parlare di cose più personali,

e non credo sia un male dopo tutto. La verità è che questo dispositivo non mi spinge tanto

a parlarvi di pixel, gigas o sistema operativo, poiché sono tutte cose trasparenti nell'uso.

Ritorno a dire, è un dispositivo che si indossa e che ti induce a sentire la tecnologia come

un substrato e non come l'elemento determinante. Tuttavia l'Apple Watch è un gadget high-tech,

per cui devo dire che nel modello da 44 mm c'è un display OLED di qualità eccellente,

con 1,78 pollici di diagonale abbastanza più grande del precedente 42 mm ma non più ingombrante

sul polso. Sicuramente la migliore soluzione per gli uomini. Per le donne, i ragazzi o in generale

chi possiede un'ossatura sottile e poca ciccia, anche il 40 mm risulta piacevole con il suo display

da 1,57 pollici ed un ingombro davvero minimo. Certo, qui è più difficile leggere i contenuti

scritti in piccolo, ma per i pannelli il contrasto è ottimo in ogni situazione e si adattano

in modo reale. Il sistema operativo cambia di poco in ogni generazione. Spostano qualcosa

qua e là per renderlo più pratico ed aggiungono alcune funzioni come i walkie-talkie di Watch OS 5.

Io, devo ammetterlo, non apro quasi mai le app direttamente sull'orologio. Il sistema

una chip Apple S4 presente su questo modello è un dual-core con prestazioni molto buone ed è

coadiuvato da quello V3 per l'amministrazione dei sensori e dei collegamenti, ma è proprio l'idea di

usare questo schermo in modo proattivo che non mi convince. Io l'ho sempre inteso come un'estensione

smartphone, una piccola finestrella portatile grazie alla quale mi sposto in casa, nello studio

o anche fuori senza il pensiero costante di avere l'iPhone in mano. In realtà lo adopero per avviare

saltuariamente la lettura del battito cardiaco, il calendario, le sveglie, ma la maggior parte

delle operazioni tento di effettuarle con Siri. Siri, oh Siri, una delizia che ci ha ammaliato

diversi anni orsono ma che ormai vediamo più attraverso i suoi limiti che i prodigi. Attualmente

ho in casa anche gli assistenti di Google ed Amazon e vi dirò che il livello di comprensione

è più o meno quello, con differenze poi nelle risposte per via delle competenze di

ognuno. Google Assistant è forte del motore di ricerca e risponde praticamente a tutte

le domande che vi possono venire in mente. Alexa può giovare delle tante skill e di

una voce un po' meno robotica, ma alla fin fine sono tutte intelligenze artificiali ancora

molto limitate e dobbiamo essere noi ad adattarci a loro per farle funzionare, mentre in un

mondo ideale dovrebbe succedere il contrario.

Sul nuovo Apple Watch Serie 4 si può sollevare il polso e parlare direttamente con Siri e per le

cose semplici ci capisce anche piuttosto bene. Quel che trovo ancora oggi poco riuscito è proprio

il sistema di comunicazione. Certe volte si attiva subito e tu aspetti un secondo di troppo e perdi

il treno. Altre volte si attiva molto in ritardo e hai parlato al vento. Altre dici hey Siri e

aspetti un attimo di troppo e ti trovi a parlare mentre lei dice qualcosa tipo mh mh o simili e

non ti ascolta. Insomma c'è del lavoro da fare sul fronte dell'usabilità secondo me. Alexa in

tal senso è forse la migliore. Capisce quando inizi una frase col suo nome anche mentre

sta facendo altro e ti fa capire che ti sta ascoltando con il led per cui è molto più fluido

e naturale averci a che fare. Tra le funzioni che uso più spesso di Apple Watch c'è certamente

quella del pagamento Apple Pay che adopero nella maggior parte dei casi con la carta conto

ricaricabile AIP. L'anno scorso, le prime volte che la usavo, mi guardavano tutti come un alieno.

Ormai credo sia una cosa davvero molto diffusa e me ne accorgo anche perché sono già abituati a

vedere usare gli smartwatch o gli smartphone per i pagamenti. Ciò non toglie che sia davvero comodo,

l'utilizzo per le carte di imbarco dei voli perché ti eviti di dover avere una mano occupata

dall'iPhone. Con le taglie, impegni e qualche problemino di salute non ho più la possibilità

di fare attività sportiva continua e programmata per cui c'è tutto un settore di impiego degli

smartwatch che oggettivamente mi manca. Il nuovo modello di Apple Watch è in grado di rilevare da

solo le attività in corso ed è lui stesso a suggerirti di archiviarle se ti sei dimenticato

di far partire la sessione all'inizio, una cosa che mi dicono essere davvero utile. Apple ha comunque

pensato ad un metodo che rende tutta quest'area efficace anche per chi non va in palestra o in

piscina. Gli ormai famosi tre cerchi con calorie bruciate, minuti di esercizi, valutati sul battito

cardiaco e ore in piedi ci consentono di tenere traccia della nostra attività anche se non siamo

degli sportivi. Ci incita a fare di meglio, certe volte in modo insistente, e ci dà un piacevole

riscontro alla fine delle giornate più impegnative, contribuendo a dividenziare i nostri sforzi in

maniera più semplice. Per quanto riguarda l'applicazione dell'Apple Watch, l'applicazione

dell'applicazione dell'Apple Watch è stata realizzata con l'aiuto di Apple, con l'aiuto

dell'Apple di dare un senso al monitoraggio dell'attività per chiunque, giovane o anziano,

sedentario o sportivo. Unendoci poi il rilevamento del battito cardiaco, lo smartwatch si propone

di monitorare salute e benessere in modo abbastanza completo. A proposito di cuore, già dall'anno

scorso avevamo segnalato della possibilità di rilevare la fibrillazione atriale tramite

l'Apple Watch con un'app dedicata. Ma con questa generazione Apple ha incluso la funzionalità

e la presenza di problemi. Non solo quelli cardiaci, visto che in caso di caruta si attiva

una sorta di modalità di sicurezza in cui ci viene richiesto di confermare il nostro

buono stato di salute e se non riceve risposta procede in automatico a chiamare i soccorsi.

Di certo questo è uno degli ambiti in cui Apple ha riscontrato maggiore attenzione mediatica

e favori degli utenti. Per questo vi si concentrano sempre più sforzi per migliorare di generazione

in generazione. L'obiettivo a lungo termine è quello di creare un vero e proprio salvavita

da tenere al polso e sono già a buon punto se si considera che questo è il primo modo

e il primo dispositivo portatile al mondo a poter realizzare un ECC. Mi capizze, fichi

direbbe qualcuno.

Il terzo polo di sviluppo su cui si sta appuntando è quello della connettività, migliorata e

importata per il Wi-Fi, il cui uso consente di dialogare con l'iPhone anche al di fuori

della portata del Bluetooth, ma soprattutto per la presenza della variante LTE. Non si

tratta di una novità assoluta, ma lo è per noi, visto che il primo Apple Watch serie

3 con modem cellulare non è arrivato in Italia.

All'interno dello smartwatch c'è una eSIM che va utilizzata dal provider telefonico

in parallelo rispetto a quella dell'iPhone abbinato. In sostanza è un duplicato digitale

della SIM inserita nel telefono e quindi utilizza lo stesso numero o il traffico dati. La versione

che possiede questa funzionalità costa 100€ in più, partendo dalla base in alluminio,

a cui bisogna aggiungere i 5€ al mese della One Number di Vodafone, il prezzo del servizio

offerto dall'unico operatore italiano che al momento è attivo. Ha senso? Anche qui

la risposta non può che essere dipende. Esempi di utilizzo concreto ce ne sono diversi,

che vanno dall'attività sportiva in esterno, senza la necessità di portarsi l'iPhone pur

rimanendo accessibili, fino a quelle impreviste, in cui ci si può trovare senza smartphone ma

comunque in possibilità di ricevere o effettuare telefonate. Il mio consiglio è di attivare la

funzionalità finché c'è la possibilità di provarla senza obblighi di contratto,

così potrete valutare se risulta utile in base alle vostre abitudini.

Personalmente l'ho trovata comodissima in un paio di occasioni, ma la maggior parte del

tempo me ne dimentico. Ciò non significa che non sia comunque valida, infatti ho provato a

attivare la rete cellulare per qualche giorno ed ho notato che più spesso mi perdevo notifiche

quando mi allontanavo dallo smartphone. La cosa da sottolineare è comunque il miglioramento

dell'audio, che consente effettivamente di telefonare in viva voce anche in auto senza

difficoltà, sia per noi che ascoltiamo che per l'interlocutore, che ci sente molto meglio di

quanto non avvenisse con le generazioni precedenti di Apple Watch. Rimane ovviamente anche la

possibilità di collegare auricolari, cuffie o speaker Bluetooth, cosa che risulta ottimale

con gli AirPods, ma non solo.

Apple ha rinnovato leggermente anche la struttura, che ora si presenta con una

maggiore curvatura degli angoli, che accompagna quella dello schermo. Non è una cosa che si nota

a colpo d'occhio, perché il design è sostanzialmente quello, per cui vedendolo da lontano serve uno

sguardo attento per identificare la nuova generazione. Ciò non toglie che il cambiamento

sia evidente nel confronto ravvicinato e si nota anche da altri elementi secondari. Ad esempio la

corona digitale nel modello LTE ora ha solo una linea rossa intorno e non un cerchio pieno come

nel modello precedente. Il dorso è un po' più rossa, ma non è così rossa come nel modello precedente.

Il dorso è interamente nero, con ceramica e vetro zaffiro, con una diversa disposizione

dei sensori. La resistenza all'acqua invece è garantita fino a 50 metri di profondità,

cosa che ne amplia gli scenari di utilizzo. Nota di merito per il gradevolissimo effetto

realizzato con il Taptic Engine, che dà l'impressione di sentire gli scatti della

corona sotto le dita. Anche se non restituisce proprio un senso di fisicità dal momento che

l'effetto cambia a fine corsa con un colpetto più forte, e si perde del tutto quando non si

stanno compiendo operazioni, ad esempio se non c'è nulla da scorrere.

Questo lo rende forse più utile, visto che ci fa capire al tocco cosa stiamo facendo,

ma fa perdere un po' la magia dell'analogico. Nei primi Apple Watch la batteria era un po'

una croce, oggi è diventata giusta. Per concludere una giornata si sta anche larghi, per la verità,

cosa che consente un utilizzo più flessibile. Io ad esempio tendo a tenerlo indossato di notte

per il monitoraggio del sonno e del battito cardiaco, con Artwatch e Autosleep, per cui

poi lo ricarico la mattina mentre mi preparo, oppure quando sono fermo alla postazione di lavoro.

Oltre il cinturino che sbatte sull'angolo della scrivania mi dà fastidio e quindi lo toglierei

comunque. In media direi che ha un'autonomia di 36-40 ore, ma se lo utilizziamo con LTE attivo

questa misura scende in picchiata. Anche troppo per quanto mi riguarda. Se si esce con il solo

Apple Watch e si utilizza facendo chiamate, ascoltando musica o con un po' di navigazione

satellitare, basta una mattinata per mandarlo al tappeto. Ecco perché la connessione cellulare

non si può considerare come una sostituzione dello smartphone, ma piuttosto come una comodità

o una sicurezza in più in assenza di quello.

Un piccolo appunto per il metodo di ricarica: visto che hanno rinnovato un po' il design,

non si poteva cogliere la palla al valzo per passare allo standard Qi?

In sintesi, l'Apple Watch serie 4 è un'ottima evoluzione di un prodotto già molto valido.

Non so se arriverà mai ad essere del tutto indipendente, ma il suo obiettivo non è quello

di sostituirsi allo smartphone, poiché semplicemente non è possibile.

È sempre più veloce, questo sì, ma anche se le app fossero istantanee e del tutto autonome,

cosa che attualmente non è dipendendo da quelle installate sullo smartphone,

rimane sostanzialmente scomodo interagire su uno schermo così piccolo, al di fuori

dei comandi più semplici.

Al massimo potrebbe avere un'evoluzione in ottica di controllo vocale, ma per come siamo

messi ora con Siri non mi aspetto miracoli nel breve periodo.

Se però si inquadra per il verso giusto, e non ci si aspetta che sia qualcosa di diverso,

uno smartwatch può essere di grande utilità, specie uno come l'Apple Watch che unisce funzionalità

ed un buon design.

Su quest'ultimo aspetto si può discutere, ma personalmente non ho mai apprezzato del

tutto

una forma squadrata, pur avendo verificato quanto sia più utile nel mostrare i contenuti

rispetto agli smartwatch con cassa circolare.

In questa quarta edizione, però, Apple ha forse trovato la famosa quadratura del cerchio,

arrivando ad alleggerire l'aspetto con questi angoli più arrotondati ma senza tradire la

maggiore utilità di uno schermo sostanzialmente rettangolare.

Unico appunto, chi arriva dalle precedenti generazioni noterà che ora la parte iniziale

dei badge di notifica, quelle finali coi pulsanti, appaiono leggermente tagliate dalle curve ma

senza pregiudicarne l'uso come avrebbe su uno schermo rotondo.

Le linee di prodotto sono state semplificate con l'esclusione del costoso Edition, che

tuttavia rimpiango moltissimo per la bella variante bianca, e non si parla più di sport

o classic, semplicemente un solo Apple Watch con diverse casse e cinturini.

A me è sempre piaciuto quello nero, però trovo molto più versatile quello argento

per l'abbinamento con svariati colori e cinturini.

Non mi piace però l'effetto che ha questo colore sull'alluminio, perché mi sembra

un po' giocattoloso.

Infine, il mio preferito nell'uso quotidiano è sempre stato e rimane l'acciaio inossidabile,

pregevole alla vista e riutilizzabile con qualsiasi abbigliamento, anche se costa e pesa

di più.

Notevole è anche la nuova colorazione oro, che è già piuttosto bella sull'alluminio

ed è un peccato che Apple li abbia abbinato per lo più cinturini rosa, perché quello

bello, Sport Tortora, c'è solo sull'oro in variante acciaio inossidabile.

Sempre su quest'ultima si può abbinare pure il nuovo cinturino milanese in tinta, creando

un abbinamento forse un po' forte ma che indossano molto

bene sia uomini che donne.

Tuttavia, credo sarebbe stato meglio offrire più scelta di cinturini in fase d'ordine,

perché quello oro sta molto bene col blu ed ho notato che lega pure con lo Sport Loop

in rosso.

Certo è sgaraggiante, ma basta un gesto per cambiarlo e ritorna più sobrio, che poi è

anche il bello del meccanismo semplice realizzato da Apple.

Da notare che la nuova confezione con i due elementi separati, una scatola per la cassa

ed una per il cinturino, avrebbe reso la personalizzazione in fase d'ordine finalmente semplice da assemblare

anche per Apple, che evidentemente ha preferito

comunque dare poca scelta per invogliare l'acquisto di nuovi cinturini.

Chiamateli fessi.

Il modello base forse non costa neanche tanto, certo è più della media dei prodotti concorrenti,

ma se ne provate un paio capirete quanto sono distanti dall'usabilità dell'Apple Watch.

Non dico che 439€ siano bazzecole, ma la cosa interessante è che già il 40mm ha una

dimensione apprezzabile ora, la superficie dello schermo è quanto quella del vecchio

42mm, e non si perdono funzioni rispetto ai più costosi.

In pratica si paga il pregio dei materiali

e non della tecnologia, cosa che è del tutto sensata per questo tipo di prodotto.

Infatti si può aggiungere il modulo LTE anche su questi con un'aggiunta di 100€.

Certo è che se si considera invece la cassa in acciaio e da 44mm, la mia preferita, si

arriva a ben più pesanti 759€, che diventano addirittura 859€ con il cinturino in maglia

milanese.

Qui la connessione Cellular è di serie però, andando a compensare una parte della differenza.

Invece il modello alluminio 44mm con cinturino sport e LTE costa 569€, ovvero 190€ in meno

di quello in acciaio di pari caratteristiche.

La questione del "vale ciò che costa" è sempre più difficile da affrontare con i

prodotti Apple di questi tempi, però se si considera la versione base e si parte dall'assunto

di "volere" uno smartwatch, che già di base una necessità non è, tutto sommato non è

poi così eccessivo.

Discorso del tutto diverso va fatto passando all'acciaio, dove si spende di più per cose

che non riguardano la tecnologia e ancora di più per la serie Hermè con cinturini in

ottima pelle e design ricercati che si pagano profondamente, raccogliendo l'eredità della

versione Edition correlata all'idea di lusso.

Dal mio personalissimo punto di vista, nel ribadire il fatto che si tratta di un prodotto

con un'utilità molto relativa a differenza di uno smartphone, lo avverto come una spesa

che mi ripaga ed è per questo che lo sto aggiornando tutti gli anni.

Tuttavia ritengo sia una considerazione fin troppo soggettiva, perché al di fuori di "bello"

o "veloce" o "lento" ci si deve prima di tutto interrogare su "lo voglio" più che

"mi serve?".

La recensione dell'Apple Watch serie 4 è stata scritta e letta da Maurizio Natali.

La trovate per intero sul sito saggiamente.com corredata da diverse fotografie.

Autore dei sottotitoli e revisione a cura di QTSS