SaggioPodcast #97 - Spezzare il Loop

Benvenuti al Saggio Podcast. Questa è la puntata numero 97 ed è un po' diversa dal solito. Ci sono

solo io, Maurizio, non c'è Luca, non c'è Massimiliano, non li ho fatti andare via,

semplicemente pensavo di inserire questo bonus, diciamo così, molto molto breve,

dedicato alla lettura di un articolo. Non è una recensione, come abbiamo fatto in passato,

cosa che comunque rimane ancora nelle nostre mire nel momento in cui ci saranno recensioni

probabilmente interessanti per gli ascoltatori, per le orecchie che sono dall'altra parte del

nostro microfono, ma comunque è un articolo che in questo momento, con l'arrivo dell'estate,

mi sembra un po' azzeccato, diciamo così. Ed è un articolo che ho pubblicato qualche tempo fa

parlando di un loop in cui spesso, involontariamente o forse volontariamente, incoscientemente,

non lo so, mi ritrovo ad essere catturato in quei momenti in cui non ho il piglio giusto,

non ho quella voglia di lavorare, di mettermi sotto, come magari in altre giornate più positive.

Quindi, senza ulteriori parole, passo subito la parola a me stesso, ovviamente, perché sono sempre

io nella lettura di quest'articolo. Solo prima, in effetti, devo aggiungere una cosa, perché devo

ringraziare due utenti che hanno aggiunto una recensione al nostro podcast, uno si chiama

Memedesimo e l'altro Trebs, recensione a 5 stelle su iTunes. Vi ricordiamo, sono davvero molto, molto utili

per noi, per mantenere il podcast sempre visibile, sempre, diciamo, alto nelle classifiche di gradimento.

Ricordate, se lasciate la recensione, che si può fare sia dall'app iTunes che dall'app podcast su iOS,

di aggiungere anche una scritta, perché se mettete solo le stelline, purtroppo, non vediamo il vostro nome

e quindi non vi possiamo ringraziare.

Bando alle ciance, eccovi qui la lettura del mio articolo "Spezzare il loop per essere più produttivi".

Sono sveglio e c'è pochissima luce. Sarà molto presto, ma controllo l'ora sullo smartphone. Già

che ci sono, do un'occhiata alle e-mail, cancello lo spam, sbircio rapidamente il resto, metto il

flag importante per ricordarmi a cosa devo rispondere con più calma. Un'occhiata veloce ad Instagram per

vedere ciò che è successo mentre dormivo. E da oltreoceano ci sono un po' di novità. Apro i feed

RSS per approfondire, metto nei preferiti gli articoli da leggere, ma ora è tempo di alzarsi

e fare colazione. Anzi, è un po' tardi, mi butto direttamente nella doccia. Prima di farlo guardo tra

i podcast e ci sono delle puntate nuove che non ho ascoltato. Ne scelgo una e premo play. Lo speaker,

nel bagno, fa il resto. Vado a fare colazione. Nel frattempo la casa si è animata e metto da

parte lo smartphone. Anzi, in genere lo dimentico proprio in basso, perché non c'è nessun problema.

Preparo il latte, il caffè, i biscotti, mangiamo tutti qualcosa e via. Si comincia. Apro la porta

dello studio. Mi ricordo cos'è successo ieri, perché ce n'è traccia in ogni dove, ma ignoro

e mi siedo alla scrivania. Il computer è già acceso, tocco un tasto e sono dentro, merito

dell'autenticazione con Apple Watch. Di nuovo su mail. È arrivato qualcosa e devo ancora rispondere

a ciò che ho lasciato in sospeso. Ho notato anche dei commenti sul blog a cui dare seguito. Se li

ritrovo lo risponderò.

Lo faccio subito, ma non sempre ci riesco velocemente e qualche volta getto la spugna.

Ho alcune recensioni importanti in corso, ma ci vuole parecchio tempo per concludere quelle,

quindi controllo i preferiti nei feed RSS per qualche spunto. Il materiale interessante c'è,

inizio a scrivere un articolo perché vorrei dire la mia. Mentre approfondisco le fonti,

ecco altre email. I social si svegliano ed iniziano ad arrivare diverse notifiche. Non

ho ancora finito il mio articolo, ma è giunta l'ora di iniziare a segnalare le offerte del

giorno. Apro i principali siti,

faccio qualche ricerca, controllo le variazioni di prezzo, inizio finalmente a pubblicare sulle

sagge offerte. Per fortuna dopo un po' arriva Max a darmi una mano, quindi mi rimetto a scrivere

l'articolo. Nel clave Slack della redazione si moltiplicano le segnalazioni di ulteriori

novità interessanti. Razziatore è una miniera senza fine da questo punto di vista. Leggo i

titoli, alcuni già li conosco, altri no, do un'occhiata e quindi metto di nuovo in pausa

la scrittura. Trovo un tip interessante e provo a vedere se funziona. Magari ne posso parlare sul

sito.

Nel frattempo altre email, alcune sono importanti e devo rispondere subito. Ci sono dei preventivi

da fare, registrare una fattura, chiamare quel cliente che ancora non ha saldato. Odio queste

cose. Ho finito, ma sono annoiato. Vado a fare un caffè. Decaffeinato stavolta perché con i miei

ritmi è meglio moderare la caffeina. Ritorno al computer pronto a concludere quell'articolo così

da poter riprendere le principali attività lavorative. Appena mi siedo trovo delle nuove

email e non sopporto quel badge attuale.

Nella posta niente di importante, ma questo ha dato il via al loop e quindi a zero il badge

di Telegram e trovo anche un paio di richieste di amici, parenti e utenti. Rispondo a quello

che posso, però non voglio perdere tempo, quindi chiudo quasi subito. Suonano alla porta. Il primo

corriere della giornata porta un paio di pacchi e ne prende uno. Saluto e ritorno in studio. Nel

frattempo sento il bimbo piccolo che piange in cucina, probabilmente a sonno e la tata ora lo

farà riposare. Chiudo la porta e ritorno in studio. Nel frattempo sento il bimbo piccolo che piange in

cucina. Chiudo la porta. Mi risiedo al computer e metto su le bose con riduzione del rumore attiva

e faccio partire una delle selezioni per te a basso volume. Nel frattempo mi ricordo che ho

le notifiche disattivate su Facebook, ma il giorno prima ho pubblicato una cosa interessante e mi

piace vedere se ci sono commenti. Lo apro al volo sullo smartphone, controllo giusto quello,

metto qualche mi piace o rispondo se necessario. Il numero di messaggi sul canale Facebook

di saggiamente è sempre fisso a 20+. Ma lì ho un risponditore che suggerisce di

mandare una mail perché altrimenti sono sommerso dalle notifiche. Finalmente chiudo

Facebook. Proprio non mi piace quel social. Mi ricordo di Twitter che ormai uso sempre

meno perché trovo pessima l'app nativa e con quelle di terze parti è guerra aperta,

dunque non ti arrivano almeno il 50% delle notifiche e ti perdi tutto il bello. È colpa

loro se non lo uso più tanto, ma questo è un altro discorso. Posso scrivere un tweet interessante

adesso? Forse sì, ma meglio finire prima il mio articolo. Mentre lo penso ho già aperto Instagram,

quasi senza accorgermene. Sto cercando di arrivare a 10.000 follower, ma sembra un'impresa

ardua senza usare trucchetti. C'è qualche like nuovo, qualche commento. Ancora non ho pubblicato

nulla oggi. Penso a cosa potrei metterci, ho delle idee, ma mi dico che non devo farlo ora.

Ho messaggi nuovi su Direct però, meglio dargli un'occhiata. Apro solo un secondo l'app della

banca per vedere se ho ricevuto dei bonifici. Di solito chiudo appena vedo il meno che indica

l'utilizzo del fido. Meglio non pensarci. Spengo lo smartphone. Finalmente.

Il doc mi dice che in questo poco tempo è già successo altro, perché vedo almeno tre nuovi

badge rossi di notifica. Lascio correre Mail e Telegram, li guarderò più tardi, ma su Slack

può essere rilevante, meglio controllare. Si accende anche Whatsapp intanto, che uso quasi

zero ma c'è un gruppo con alert che mi porta a perdere un paio di minuti su altri siti. Scambio

anche due parole, chiudo. A quanto odio la segnalazione di aggiornamenti del Makeup Store.

E' meglio farli partire subito altrimenti l'occhio continuerà a cadermi su quel pallino rosso. Di

solito sono due o tre app, alcune volte anche di più. Non riesco a decidermi ad attivare il sistema

automatico perché voglio sapere quando un software si aggiorna e per quale motivo. Dunque do un'occhiata

al changelog. Per lo più bug fix, quindi clicco su aggiorna tutto e via. Safari ha la pagina

dell'articolo ancora in attesa, ma è solo una delle tante finestre aperte che in questo momento

coprono il mio display da 27 pollici. Nel disordine io non riesco a pensare, quindi chiudo un po' di

cose. Appena è un po' più libero noto quei 4 o 5 file sulla scrivania che sono rimasti orfani da

ieri. Butto qualcosa nel cestino ma c'è dell'altro che serve e dunque cerco di collocarlo nel punto

giusto e di rinominare i file in modo da poterli ritrovare con una ricerca in futuro. Ora che tutto

è libero posso riprendere finalmente a scrivere. Faccio un respiro, mi guardo intorno, mi accorgo

che la scrivania su cui lavoro è tutt'altro che sgombera, piena di cose appoggiate qua e là nella

giornata precedente. Se deve essere pulizia, meglio farla fino in fondo. Suonano alla porta,

un altro corriere. Saluto, ricevo, firmo. Aspettavo delle cose importanti e da quando

il numero dei pacchi in entrata è arrivato a superare i 10 al giorno ho smesso di utilizzare

i software di tracking. Dunque mi dico che è il caso di aprire sia questi che i precedenti.

Intanto le scatole di cartone si accatastano nel corridoio in soggiorno. Non ho tempo,

per schiacciarle ora, prendo le cose che mi servono e ritorno in studio. Ma devo capire

dove metterle. Poggio tutto sulla scrivania della seconda postazione e faccio così anche per le cose

che stanno su quella principale. Così gli do la schiena e almeno davanti a me è tutto ordinato.

Sotto iniziano a fare lavori. Non so perché ma da queste parti succede praticamente ogni giorno. Se

non è il giardiniere sono dei muratori, altrimenti falegnami, fabbri, non so più quanti tipi di

rumori ho avuto il dispiacere di sentire. Sono abituato ad avere la finestra aperta anche d'inverno,

in studio. Ma odio i rumori e quindi la chiudo e rimetto sulle bose. Play.

Finalmente. Ora il piglio è quello giusto. La musica è positiva, il volume non è forte,

la sedia è comoda. Cerco di convincermi che tutto va come deve andare. Nel frattempo non

mi ricordo più neanche cosa stessi scrivendo. Devo rileggere da capo per poter continuare

l'articolo con un senso compiuto. Ci vogliono

pochi secondi ma sono noiosi. Così gli occhi iniziano autonomamente a cercare una via di

fuga. Me la dà lo smartphone che si illumina e mostra una decina di notifiche. Finisco di

rileggere e poi vi do un'occhiata. Ma c'era anche una chiamata persa. Il mio iPhone ha

sempre il silenzioso attivo e quando scrivo tolgo anche l'Apple Watch perché mi dà fastidio il

cinturino che urta alla scrivania. Quindi se mi allontano le chiamate perse capitano.

Richiamo, parlo qualche minuto, poi ritorno sulle notifiche. Ma una volta preso in mano lo

smartphone mi ritrovo catturato in un nuovo loop automatico. Apro mail perché qui non si è

aggiornato e vedo i badge. Lancio gli aggiornamenti e poi senza pensarci mi ritrovo davanti Instagram,

Amazon, Ebay, Telegram. Ma perché avevo preso lo smartphone? Basta così non si può. Lo poggio

testa in giù. Lo schermo del computer si è spento e mostra lo screensaver con l'ora. Sono già in

ritardo. Mi rimetto di buona lena, questa volta senza distrazioni e in 5 minuti finisco di scrivere.

Stessi 5 minuti sarebbero stati sufficienti un'ora fa, ma come ho fatto a perdere tutto

questo tempo non lo so mica. Tutto ciò non è successo oggi e non è nemmeno la giornata tipo,

per fortuna. Ho anche tralasciato altri dettagli mangiatempo per amore del ritmo,

ma il punto è che mi succede sempre più spesso ritrovarmi catturato dentro loop con

caratteristiche più o meno simili. In pratica ho davanti a me una finalità tutto sommato

semplice in cui gli strumenti informatici sono necessari, ma invece di aiutarmi a raggiungerla

questi finiscono per introdurre solo caos. Non posso neanche qualificarla come una di

quelle sindrome da dipendenza di cui si sente spesso parlare, perché mi capita tranquillamente

di non guardare smartphone e computer per ore quando sto con la famiglia o lavoro fuori sede,

però quando sono al computer e necessariamente circondato da tutti questi input non sempre

riesco ad ignorarli e proseguire per la mia strada. C'è la giornata in cui mi sveglio a

fuoco concentrato su già quello che devo fare prima ancora di sedermi alla scrivania, ma c'è

purtroppo anche quella in cui sono un po' svogliato e ogni stimolo esterno è un fastidio e al tempo

stesso una scusa per fare altro. Vorrei darmi una pacca sulla spalla dicendomi che le attività

correlate ai social si possono un po' considerare come lavoro per me, ma non è comunque una scusante.

Proprio quando ci si sente un po' più passivi o demotivati si deve trovare la forza di spezzare

il loop e una mezza giornata all'aria aperta fa rimettere tutto nella giusta prospettiva.

Sento che a differenza del sito qui non c'è lo spazio per i commenti, vi ricordo la nostra

email saggiopodcast.it e vi invito a scriverci per dirci se vi trovate anche voi in situazioni

analoghe ogni tanto, come fate magari per recuperare la concentrazione e in generale

se vi è piaciuto questo contenuto bonus del nostro podcast. A presto e alla prossima!

Autore dei sottotitoli e revisione a cura di QTSS